Opinione - 04 novembre 2021

L'incomprensione finanziaria della transizione ecologica

Antoine Sir, BNP Paribas - Laure Philippon, Engie - Bertrand Piccard

Scritto da Bertrand Piccard 2 min lettura

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I TOP E I FLOP DELLA COP26. I partecipanti alla conferenza di Glasgow di ieri hanno parlato dei costi della decarbonizzazione dell'economia, articolando cifre astronomiche. Un approccio pessimistico e, soprattutto, inadeguato.

Ieri a Glasgow si è parlato di grandi cifre. Con cifre da capogiro: il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha stimato che la transizione globale verso la neutralità del carbonio costerà tra i 100 e i 150 mila miliardi di dollari (un numero a 15 cifre). Si è parlato a lungo anche del "Green Premium", cioè del differenziale di prezzo tra le soluzioni pulite e le attuali tecniche inquinanti. La transizione verso un mondo sostenibile viene quindi presentata come complicata, costosa e finanziariamente rischiosa.

Io vedo le cose in modo completamente diverso.

Esistono già sul mercato soluzioni per sviluppare l'efficienza, recuperare i rifiuti o produrre energia verde, che sono già redditizie e competitive. È quindi assurdo parlare di rischio economico e di "Green Premium". Così come è assurdo ripetere che la transizione energetica rappresenta un costo (in altre parole, soldi che perdiamo) quando è un investimento (soldi che rendono).

Inoltre, gli altri attori del mercato lo hanno capito molto bene e il mondo finanziario sta iniziando ad appassionarsi a questa transizione ecologica, come dimostra la moltitudine di seminari organizzati su questo tema a Glasgow. Quando parliamo di trilioni come se si trattasse di svuotare le casse, ci sbagliamo. Perché i trilioni sono già lì, disponibili sui mercati, in particolare investiti nei combustibili fossili. Si tratta solo di toglierli da industrie che non hanno futuro per riorientarli verso opportunità più promettenti e sostenibili.


"La più grande opportunità economica del nostro tempo

Non si tratta solo di denaro proveniente da banche e investitori privati. Invece di investire nel settore immobiliare - con il rischio di alimentare una bolla speculativa - o di ripiegare su obbligazioni con rendimenti deludenti, i fondi pensione avranno tutto il vantaggio di investire nel futuro dell'energia. Fingere che questi investimenti siano rischiosi è una pessima scusa. È certamente rischioso investire nella cattura del carbonio o nella fusione nucleare, che sono tecniche non ancora pienamente sviluppate, ma non lo è con la produzione di energie rinnovabili, l'efficienza energetica e il recupero dei rifiuti, che sono già oggi settori redditizi.

Inoltre, più avanti nelle sue osservazioni sui trilioni di dollari della transizione, il Segretario al Tesoro ha comunque riconosciuto che la lotta al cambiamento climatico è "la più grande opportunità economica del nostro tempo". A mio parere, questa è la parte che dovrebbe essere ricordata del suo discorso, al fine di creare un movimento incoraggiante e realistico.

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta su La Tribune e sul quotidiano svizzero Le Temps.

Scritto da Bertrand Piccard su 04 novembre 2021

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